“Michele Pane. La vita” 2° classificato al Premio Letterario FERULA D’ORO-CITTA’ DI FEROLETO ANTICO

 

Con grande soddisfazione comunico che il mio libro «Michele Pane. La vita» è uno dei tre vincitori del Premio Letterario FERULA D’ORO-CITTA’ DI FEROLETO ANTICO 2013.

Copertina di "Michele Pane. La vita"

 

La giuria, presieduta dal giornalista Franco Falvo e composta da Vincenzo Villella, storico, Lina Latelli Nucifero, giornalista, e dalle scrittrici Sina Mazzei e Savina Tecla Palmieri,  tra le tante opere pervenute e dopo una prima selezione ha scelto 12 opere finaliste, dopo un attenta valutazione delle stesse ha redatto la seguente classifica:

1° classificato:  CAMILLO  TRAPUZZANO con l’opera “ GIZZERIA NEL CATASTO DEL 1753”

2° classificato: GIUSEPPE MUSOLINO  con l’opera “ MICHELE PANE, LA VITA”

3° classificato:  DOMENICO  METE  con l’opera “PAROLE COME SEGNI”

Manifesto Ferula d'oro 2013

Manifesto Ferula d'oro 2013

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In onore di Michele Pane a 60 anni dalla sua scomparsa

Il Parco Letterario Storico e Paesaggistico di Adami in collaborazione con la Parrocchia B. V. del Carmelo organizza una serie di eventi per ricordare la figura di Michele Pane nell’anno in cui ricorre il sessantesimo anniversario della sua scomparsa avvenuta il 18 aprile 1953. Il titolo scelto per l’intero ciclo di eventi è «‘Mbersu llà» e viene da una delle più belle poesie del poeta, pubblicata nella raccolta «Musa Silvestre. Accuordi e suspiri» del 1930. In essa Michele Pane immagina un cielo nuvoloso, carico di temporalesche nubi nere, in mezzo alle quali gli sembra di intravedere la figura della madre, morta da molti anni e che spera di reincontrare. Ma se la mamma non torna, almeno spera di essere risucchiato lui verso l’alto, verso l’infinito e sparire in mezzo ai tuoni, «‘Mbersu llà» (“Verso là”):

.. E mo’ ch’è pusterata, ‘ntra l’arrumbi,
io vòrradi perire ‘e chista terra;
chisà si a Mamma mia ccussì viderra!
vìdere a Mamma bella? chin’ù sa?
Volàru, cumu sbarri de palumbi,
tutti li suonni mie’, càtteru ‘nterra
tutte le mie speranze; oh si poterra
perire ‘ntra l’arrumbi, ‘mbersu llà!

Locandina In onore di Mchele Pane

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Pubblicata «Calabria Letteraria» n. 4-9 2012

E’ stato da poco pubblicato il numero della rivista «Calabria Letteraria», anno LX, n. 4-9 del 2012, che contiene due miei articoli.

Il primo è intitolato «Il poeta Felice Costanzo» ( pagine 7-11) e si basa sulla ricerca effettuata e poi presentata al pubblico l’estate scorsa in occasione della ripubblicazione della «Grammatichetta».
Viene ricostruita la vicenda personale del poeta nipote di Michele Pane in relazione alla sua produzione letteraria.

Il secondo articolo invece è un contributo alle celebrazioni per il 60° anniversario della prestigiosa rivista poichè − come narrato in «Michele Pane. La vita» − il suo fondatore, il compianto Emilio Frangella, fin dall’inizio intrattenne rapporti strettissimi con Michele Pane. Il titolo del mio contributo «Michele Pane ed Emilio Frangella» (pagine 146-152) evidenzia che il contenuto è incentrato sui rapporti tra i due proprio nei momenti cruciali in cui la rivista nasceva. Ricostruisco, sempre facendo riferimento a documenti originali e finora inediti, il complesso rapporto di legami tra Michele Pane, Emilio Frangella e Alfredo Gigliotti, l’editore della rivista «Scrittori Calabresi» che vedeva in qualche modo in Calabria Letteraria una potenziale concorrente.

Infine, sempre sulla stesso numero di «Calabria Letteraria» (pagine 193-196), troviamo la recensione scritta dal prof. Franco Ferlaino sulla mia opera biografica «Michele Pane. La vita».
E’ un bellissimo testo, scritto da un esperto conoscitore di cose calabresi (è cultore di Antropologia presso l’Università della Calabria nonchè autore di numerosi saggi) che ha pienamente colto lo spirito e le novità contenute nel mio lavoro.

«Calabria Letteraria», anno LX, n. 4-5-6-7-8-9, Aprile/Settembre 2012, euro 16,00.

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Michele Pane alla Fiera di Chicago del 1933-34

L’Esposizione internazionale di Chicago del 1933-34 fu un evento grandioso. Si svolgeva in quella città per celebrarne i primi 100 anni di storia per cui il suo titolo fu A Century of Pregress.

Da punto di vista economico fu un’impresa colossale che richiese forti investimenti e la costituzione di una grande società in grado di gestirne l’aspetto economico. L’apertura ufficiale avvenne il 27 maggio 1933 e la sua chiusura era prevista per la fine di ottobre dello stesso anno.

Annuncio dell'inaugurazione della Fiera

Annuncio dell'inaugurazione della Fiera

Vista panoramica della Fiera

Vista panoramica della Fiera

L’area della Fiera occupava un enorme spazio sulla riva del lago Michigan in cui dovevano essere costruiti i villaggi delle decine di delegazioni dei paesi stranieri che vi parteciparono. Fra questi, ovviamente, c’era anche l’Italia. Anzi l’Italia, per certi versi, avrebbe avuto un ruolo molto importante per la storica trasvolata dell’Oceano Atlantico che il Generale Italo Balbo intendeva effettuare proprio per l’occasione.

Si trattava di un’operazione di propaganda e di promozione dell’immagine che Mussolini voleva compiere per mostrare al mondo intero le capacità tecniche e la potenza raggiunta dall’Italia sotto il suo governo.
Il padiglione italiano venne progettato per veicolare i due aspetti del nostro paese cui si annetteva importanza: la millenaria tradizione storico-artistica e l’innovazione tecnologica che lo proiettava verso il futuro.
Da ciò trae origine la costruzione di un angolo che ricreava un’ambientazione tra rovine di colonne romane e il padiglione vero e proprio che avrà la forma di un aereo per sottolineare l’impresa di Balbo cui accennavo sopra.

Il padiglione italiano

Il padiglione italiano

Il villaggio italiano

Il villaggio italiano

Durante la Fiera ad animare il Villaggio italiano furono chiamati cantanti e comparse, come ad esempio le Quattro Sorelle Monforte che vediamo in una fotografia scattata durante un loro spettacolo:

Le Sorelle Monforte durante un'esibizione al Villaggio Italiano

Le Sorelle Monforte durante un'esibizione al Villaggio Italiano

Quello che segue è un filmato che mostra alcuni momenti della Fiera:

Sulla Fiera di Chicago fu pubblicata un’enorme quantità di guide e opuscoli, alcuni cosiddetti “ufficiali” perchè prodotti e venduti dalla stessa società che aveva organizzato l’evento. Ecco un esempio di guida che fu pubblicata già nel 1932:

La Fiera di Chicago era destinata a restare aperta solo in quell’anno ma successivamente, forse anche per compensare gli enormi investimenti economici che erano stati affrontati, si decise per una riapertura nel successivo 1934. Tutti i padiglioni avevano bisogno di assumere personale sia per la costruzione e manutenzione sia per gli stand e come guide per il pubblico. Michele Pane, al quale non era stato possibile ottenere alcun incarico nel 1933, si diede da fare per trovare un’occupazione per la figlia Libertà e per se stesso. L’interlocutore principale fu il Console di Chicago cui necessariamente faceva capo il Governo italiano per l’organizzazione del villaggio e del padiglione (per i dettagli vedi: G. Musolino, «Michele Pane. La vita», pagina 165).
Michele e Libertà ottennero l’agognata occupazione: il padre nel Padiglione del libro e la figlia nell’Esposizione dei vetri di Venezia. Insieme a Libertà furono assunte altre tre ragazze italoamericane: Mary, Mildred e Teresa. Del quartetto delle ragazze ho trovato una foto ricordo scattata all’ingresso del Padiglione che le ritrae in costume tradizionale italiano (Libertà è la seconda da destra):

Libertà e le sue amiche all'ingresso del Padiglione Italiano

Libertà e le sue amiche all'ingresso del Padiglione Italiano

Le ragazze ebbero un enorme successo tra i visitatori che rimanevano incantati davanti al loro fascino. Un certo Jerry dedicò dei versi alle quattro ragazze della “squadra”:

To "The Gang" by Jerry

To "The Gang" by Jerry

«Occhi grandi grandi
lucenti capelli neri.
Bellezza del suo genere
è sempre così rara: quella
sfarzosa di Penelope»

questo dice la strofa a lei dedicata come si vede dal foglio che Libertà conservò per moltissimi anni, segno di un periodo che per lei dovette essere molto picevole.
Aveva esattamente vent’anni quando lavorò alla fiera ed era nel pieno della sua bellezza. I visitatori del Padiglione italiano lasciarono dei brevi messaggi autografi su un librettino dalle pagine colorate che Libertà, insieme alla foto e alla poesia, conservò tra i suoi ricordi più cari. Dalla lettura si deduce il suo grande successo:

Libretto degli autografi

Libretto degli autografi

autografo

autografo

autografo

copertina

Perchè Libertà conservò questi oggetti per tutta la vita? Perchè quel lavoro alla Fiera costituì per lei una bellissima esperienza, il debutto ufficiale nella società di Chicago — forse il suo primo lavoro — e poi perchè in quella fiera, tra le migliaia di visitatori che visitarono il padiglione, ci fu un giovane italiano che rimase colpito più ancora degli altri e che sarà il suo futuro sposo. Si trattava di un giovane italiano, un avvocato destinato alla carriera in magistratura, Oronzo De Pascalis. Fra i due nacque una certa simpatia, una promessa di rivedersi; poi una corrispondenza che porterà Libertà nel 1937 a compiere il suo leggendario viaggio in Italia e poi nel 1938, accompagnata dal padre, al suo definitivo trasferimento a Roma dove l’8 ottobre sposò Oronzo.

Per quanto riguarda Michele Pane, sappiamo che fu assunto per circa tre mesi per lavorare all’interno del Padiglione Italiano alla “Mostra del Libro”. Evidentemente i suoi meriti letterari riuscirono a convincere il Console Castruccio a offrirgli quel posto. Non ci sono immagini che lo ritraggono ma la sola traccia che rimane è una busta intestata che Michele Pane consegnò all’On. Nicola Serra di Cosenza, durante la sua visita alla Fiera e che è stata esposta dal prof. Chiarello lo scorso ottobre 2011 durante la presentazione dei nostri due libri al Liceo Scientifico di Decollatura:

mostra libro

Michele Pane si lamentò sempre dello scarso sostegno riservatogli dal Console italiano a Chicago, come si legge nella corrispondenza diretta all’On. Nicola Serra di Cosenza che visitò la Fiera nel 1934.

Il Console italiano a Chicago Giuseppe Castruccio

Il Console italiano a Chicago Giuseppe Castruccio

Questa è una delle poche immagini esistenti del piano terra del Padiglione Italiano da cui probabilmente si accedeva ai locali che ospitavano la Mostra del Libro:

Il Governo italiano, come già detto, approfittò dell’occasione della Fiera Internazionale di Chicago per fare un’esibizione della propria potenza tecnologica. Il punto di forza era la cosiddetta «Crociera del Decennale» per celebrare i dieci anni compiuti dalla Regia Aeronautica e che consisteva nel compiere la transvolata dell’Oceano con degli aerei idrovolanti in formazione con alla testa Italo Balbo.

Questo è il libretto ufficiale che illustra i dettagli della trasvolata:

Questo è un filmato che mostra le fasi dell’arrivo degli aerei a Chicago e la folla entusiasta. Gli aerei partiti da Orbetello il 1 luglio erano 25 ma uno venne perso (insieme a un membro dell’equipaggio) all’arrivo ad Amsterdam, una delle tappe previste del viaggio. Un altro aereo e un altro uomo sarà perso nelle Azzorre durante il volo di ritorno e quindi a Orbetello ne torneranno solo 23.

card card card

 

L’impresa dei 24 idroplani Savoia-Marchetti SM.55X della formazione di Balbo che ammararoro sul Michigan il 15 luglio 1933 riempì d’orgoglio gli italiani di Chicago che erano da sempre presi di mira dalla stampa americana in quanto connazionali dei mafiosi che infestavano la città. Quel giorno, con Balbo come il Cristoforo Colombo del XX secolo, gli italiani furono i protagonisti della scena!
L’apice fu raggiunto nel 1934 per celebrare l’anniversario dell’impresa: davanti all’ingresso della fiera venne scoperta una colonna romana del II secolo fatta arrivare appositamente via mare dagli scavi di Ostia Antica e poggiata su un basamento contenente un’iscrizione inneggiante al regime e a Balbo. Fu un’operazione di grande propaganda cui gli americani risposero intitolando una strada a Balbo  (la Balbo Avenue ancora esistente). La colonna romana si trova ancora  nel suo posto originale, ora diventato Burnham Park, anzi è l’unica testimonianza della Fiera del 1933-34 rimasta in Chicago.
In molta parte dell’opinione pubblica americana circola una forte perplessità sull’opportunità di mantenere al suo posto un monumento inneggiante a Balbo e al regime fascista, tuttavia la colonna si trova ancora al suo posto.

Quello che segue è il servizio trasmesso dal TG1 della Rai il 5 agosto 2013:

 

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