Michele Pane alla Fiera di Chicago del 1933-34
Scritto on 18 Lug, 2012 in Storie | 0 commenti
L’Esposizione internazionale di Chicago del 1933-34 fu un evento grandioso. Si svolgeva in quella città per celebrarne i primi 100 anni di storia per cui il suo titolo fu A Century of Pregress.
Da punto di vista economico fu un’impresa colossale che richiese forti investimenti e la costituzione di una grande società in grado di gestirne l’aspetto economico. L’apertura ufficiale avvenne il 27 maggio 1933 e la sua chiusura era prevista per la fine di ottobre dello stesso anno.
L’area della Fiera occupava un enorme spazio sulla riva del lago Michigan in cui dovevano essere costruiti i villaggi delle decine di delegazioni dei paesi stranieri che vi parteciparono. Fra questi, ovviamente, c’era anche l’Italia. Anzi l’Italia, per certi versi, avrebbe avuto un ruolo molto importante per la storica trasvolata dell’Oceano Atlantico che il Generale Italo Balbo intendeva effettuare proprio per l’occasione.
Si trattava di un’operazione di propaganda e di promozione dell’immagine che Mussolini voleva compiere per mostrare al mondo intero le capacità tecniche e la potenza raggiunta dall’Italia sotto il suo governo.
Il padiglione italiano venne progettato per veicolare i due aspetti del nostro paese cui si annetteva importanza: la millenaria tradizione storico-artistica e l’innovazione tecnologica che lo proiettava verso il futuro.
Da ciò trae origine la costruzione di un angolo che ricreava un’ambientazione tra rovine di colonne romane e il padiglione vero e proprio che avrà la forma di un aereo per sottolineare l’impresa di Balbo cui accennavo sopra.
Durante la Fiera ad animare il Villaggio italiano furono chiamati cantanti e comparse, come ad esempio le Quattro Sorelle Monforte che vediamo in una fotografia scattata durante un loro spettacolo:
Quello che segue è un filmato che mostra alcuni momenti della Fiera:
Sulla Fiera di Chicago fu pubblicata un’enorme quantità di guide e opuscoli, alcuni cosiddetti “ufficiali” perchè prodotti e venduti dalla stessa società che aveva organizzato l’evento. Ecco un esempio di guida che fu pubblicata già nel 1932:
La Fiera di Chicago era destinata a restare aperta solo in quell’anno ma successivamente, forse anche per compensare gli enormi investimenti economici che erano stati affrontati, si decise per una riapertura nel successivo 1934. Tutti i padiglioni avevano bisogno di assumere personale sia per la costruzione e manutenzione sia per gli stand e come guide per il pubblico. Michele Pane, al quale non era stato possibile ottenere alcun incarico nel 1933, si diede da fare per trovare un’occupazione per la figlia Libertà e per se stesso. L’interlocutore principale fu il Console di Chicago cui necessariamente faceva capo il Governo italiano per l’organizzazione del villaggio e del padiglione (per i dettagli vedi: G. Musolino, «Michele Pane. La vita», pagina 165).
Michele e Libertà ottennero l’agognata occupazione: il padre nel Padiglione del libro e la figlia nell’Esposizione dei vetri di Venezia. Insieme a Libertà furono assunte altre tre ragazze italoamericane: Mary, Mildred e Teresa. Del quartetto delle ragazze ho trovato una foto ricordo scattata all’ingresso del Padiglione che le ritrae in costume tradizionale italiano (Libertà è la seconda da destra):
Le ragazze ebbero un enorme successo tra i visitatori che rimanevano incantati davanti al loro fascino. Un certo Jerry dedicò dei versi alle quattro ragazze della “squadra”:
«Occhi grandi grandi
lucenti capelli neri.
Bellezza del suo genere
è sempre così rara: quella
sfarzosa di Penelope»
questo dice la strofa a lei dedicata come si vede dal foglio che Libertà conservò per moltissimi anni, segno di un periodo che per lei dovette essere molto picevole.
Aveva esattamente vent’anni quando lavorò alla fiera ed era nel pieno della sua bellezza. I visitatori del Padiglione italiano lasciarono dei brevi messaggi autografi su un librettino dalle pagine colorate che Libertà, insieme alla foto e alla poesia, conservò tra i suoi ricordi più cari. Dalla lettura si deduce il suo grande successo:
Perchè Libertà conservò questi oggetti per tutta la vita? Perchè quel lavoro alla Fiera costituì per lei una bellissima esperienza, il debutto ufficiale nella società di Chicago — forse il suo primo lavoro — e poi perchè in quella fiera, tra le migliaia di visitatori che visitarono il padiglione, ci fu un giovane italiano che rimase colpito più ancora degli altri e che sarà il suo futuro sposo. Si trattava di un giovane italiano, un avvocato destinato alla carriera in magistratura, Oronzo De Pascalis. Fra i due nacque una certa simpatia, una promessa di rivedersi; poi una corrispondenza che porterà Libertà nel 1937 a compiere il suo leggendario viaggio in Italia e poi nel 1938, accompagnata dal padre, al suo definitivo trasferimento a Roma dove l’8 ottobre sposò Oronzo.
Per quanto riguarda Michele Pane, sappiamo che fu assunto per circa tre mesi per lavorare all’interno del Padiglione Italiano alla “Mostra del Libro”. Evidentemente i suoi meriti letterari riuscirono a convincere il Console Castruccio a offrirgli quel posto. Non ci sono immagini che lo ritraggono ma la sola traccia che rimane è una busta intestata che Michele Pane consegnò all’On. Nicola Serra di Cosenza, durante la sua visita alla Fiera e che è stata esposta dal prof. Chiarello lo scorso ottobre 2011 durante la presentazione dei nostri due libri al Liceo Scientifico di Decollatura:
Michele Pane si lamentò sempre dello scarso sostegno riservatogli dal Console italiano a Chicago, come si legge nella corrispondenza diretta all’On. Nicola Serra di Cosenza che visitò la Fiera nel 1934.
Questa è una delle poche immagini esistenti del piano terra del Padiglione Italiano da cui probabilmente si accedeva ai locali che ospitavano la Mostra del Libro:
Il Governo italiano, come già detto, approfittò dell’occasione della Fiera Internazionale di Chicago per fare un’esibizione della propria potenza tecnologica. Il punto di forza era la cosiddetta «Crociera del Decennale» per celebrare i dieci anni compiuti dalla Regia Aeronautica e che consisteva nel compiere la transvolata dell’Oceano con degli aerei idrovolanti in formazione con alla testa Italo Balbo.
Questo è il libretto ufficiale che illustra i dettagli della trasvolata:
Questo è un filmato che mostra le fasi dell’arrivo degli aerei a Chicago e la folla entusiasta. Gli aerei partiti da Orbetello il 1 luglio erano 25 ma uno venne perso (insieme a un membro dell’equipaggio) all’arrivo ad Amsterdam, una delle tappe previste del viaggio. Un altro aereo e un altro uomo sarà perso nelle Azzorre durante il volo di ritorno e quindi a Orbetello ne torneranno solo 23.
L’impresa dei 24 idroplani Savoia-Marchetti SM.55X della formazione di Balbo che ammararoro sul Michigan il 15 luglio 1933 riempì d’orgoglio gli italiani di Chicago che erano da sempre presi di mira dalla stampa americana in quanto connazionali dei mafiosi che infestavano la città. Quel giorno, con Balbo come il Cristoforo Colombo del XX secolo, gli italiani furono i protagonisti della scena!
L’apice fu raggiunto nel 1934 per celebrare l’anniversario dell’impresa: davanti all’ingresso della fiera venne scoperta una colonna romana del II secolo fatta arrivare appositamente via mare dagli scavi di Ostia Antica e poggiata su un basamento contenente un’iscrizione inneggiante al regime e a Balbo. Fu un’operazione di grande propaganda cui gli americani risposero intitolando una strada a Balbo (la Balbo Avenue ancora esistente). La colonna romana si trova ancora nel suo posto originale, ora diventato Burnham Park, anzi è l’unica testimonianza della Fiera del 1933-34 rimasta in Chicago.
In molta parte dell’opinione pubblica americana circola una forte perplessità sull’opportunità di mantenere al suo posto un monumento inneggiante a Balbo e al regime fascista, tuttavia la colonna si trova ancora al suo posto.
Quello che segue è il servizio trasmesso dal TG1 della Rai il 5 agosto 2013:
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